Perché è importante contattare e nutrire il nostro bambino interiore?

Quante volte ti sarà capitato di dire o di sentirti dire: “Perché piangi, ti comporti come un bambino o una bambina!”, oppure, di voler fare delle attività e aver rinunciato per paura di essere giudicato troppo infantile. Dunque perché è così importante contattare questa parte di noi? Innanzitutto è un passo importante verso la propria consapevolezza, chi mi conosce oramai, sa quanto per me sia importante questa parola: consapevolezza! Se siamo consapevoli di un qualcosa allora possiamo essere noi in prima persona a scegliere il passo da compiere. La consapevolezza ci accompagna sempre, e quando ad esempio siamo tristi e colmiamo tale emozione con del cibo, proprio in quel momento stiamo spegnendo il pulsante della consapevolezza, perché pur sapendo che tale comportamento non è funzionale in quel momento lo facciamo. Ma prova a tornare per un momento indietro con la tua mente a quando eri piccolo ed eri triste perché volevi magari maggiori attenzioni da parte di tua madre, ma lei era impegnata in qualche faccenda, per calmarti cosa faceva? Probabilmente ti dava del cioccolato o una merendina e il tuo comportamento che seguiva seppur momentaneo era calmarti. Questo esempio ben ci spiega come siamo stati abituati a non ascoltare i nostri bisogni, quel bambino, anche se siamo cresciuti è rimasto dentro di noi, esso è una parte di noi, e se c’è, un motivo pur avrà! Il nostro bambino ci comunica sempre qualcosa, ci chiede molto spesso di curare delle ferite emotive del passato, ci comunica un bisogno che può anche cambiare nel corso della giornata, magari può essere il bisogno di essere calmato, oppure di divertirtisi, e così via. Dunque, qualunque sia la richiesta del nostro bambino, è importante imparare ad ascoltarlo, ma non sempre siamo disposti a fare ciò, perché tale richiesta significa contattare emozioni che nel tempo abbiamo messo da parte in quanto ci generano sofferenza. Ma essere consapevoli della voce del nostro bambino interiore significa diventare consapevoli delle emozioni ad esso correlate, generate ad esempio da un tradimento o da un abbandono, oppure dalla mancanza di affetto. Entrare in contatto con i suoi bisogni, significa fare qualcosa! Ma che cosa possiamo fare? Il nostro bambino interiore potrebbe avere bisogno di stabilire una routine quotidiana di benessere che parte ad esempio dal risveglio, e dunque iniziare a praticare degli esercizi di pranayama come ci insegna la meditazione e lo yoga, sono fondamentali per ritrovare la nostra connessione con esso, poi può seguire una colazione che non sia “mordi e fuggi”, ma dove ci prendiamo un momento per noi, che ci riconnette con la cura di noi, e così via durante il resto della giornata, come può essere una passeggiata, o qualsiasi altra attività che possa donarci e creare un senso di sicurezza, di cura, di amore verso noi stessi. Prova a chiederti: “Cosa il mio bambino interiore amerebbe molto fare in questo momento?”, nulla è sbagliato se ti fa stare bene, l’importante è trovare un equilibrio nelle tue attività. Contattare il proprio bambino interiore richiede molto spesso una massiccia dose di energia emotiva, e chiedere un aiuto professionale è doveroso per non incappare nei famosi automatismi che abbiamo rinforzato nel tempo e che ci accompagnano. Chiedere aiuto è una forma di cura verso noi stessi! Non aspettare, inizia ad ascoltare le tue richieste più profonde e impara a dare loro il giusto e sano nutrimento.

D.ssa Nadia Pagliuca