Disturbo ossessivo – compulsivo (DOC). Da cosa è caratterizzato e cosa fare in tali casi.

È importante innanzitutto, sottolineare che tutti noi abbiamo delle piccole manie legate alle proprie abitudini, e che senza le quali staremmo meglio e che ci vincolano a mettere in atto delle azioni abitudinarie, ad esempio mangiare sempre alla stessa ora, prepararsi seguendo una determinata sequenza, e così via… Ad alcune persone però, capita che i propri pensieri seguano un percorso che non li porta a vivere serenamente le proprie giornate, le abitudini assumono la forma di rituali che costringono la persona ad eseguirli per liberarsi dalla pesante sensazione di ansia e terrore, essi arrivano alla consapevolezza che qualcosa non sta proseguendo nella norma, nel momento in cui iniziano ad impiegare diverse ore della giornata per cercare di ripristinare i livelli di ansia. Vediamo dunque da cosa è caratterizzato tale disturbo. Il Disturbo ossessivo – compulsivo (DOC), è caratterizzato dalla presenza di pensieri ossessivi i quali generano disagio emotivo nella persona, e dalla presenza di compulsioni messe in atto per alleviare tale disagio. Ma cosa sono le ossessioni e cosa sono le compulsioni, e qual è il nesso tra di loro? Le prime, dunque, sono pensieri, impulsi o immagini mentali intrusive, i quali vengono percepiti dal soggetto come sgradevoli, di conseguenza la persona nel tentativo di gestire tale sensazione di disagio, mette in atto delle compulsioni, ovvero dei comportamenti ripetitivi o azioni mentali. In alcuni casi, vi è anche la presenza di ossessioni senza compulsioni. Il contenuto delle ossessioni non è lo stesso per tutti, ad esempio per alcuni può essere la paura della contaminazione, per altri sono impulsi aggressivi verso sé stessi o altre persone oppure, possono essere altri contenuti legati a pensieri di natura sessuale o soprannaturale. Tali impulsi di pensiero generano nella persona emozioni di ansia, paura, sensi di colpa o disgusto. Il livello di disagio di tali ossessioni arriva ad essere molto elevato e le persone si sentono costrette a mettere in atto rituali comportamentali o azioni mentali per mandare via tali ossessioni che generano disagio emotivo. Le seconde, invece, sono comportamenti ripetitivi, come ad esempio lavarsi le mani, controllare ripetutamente che il gas sia chiuso o che le luci siano spente, o azioni mentali, come ad esempio, contare, ripetere frasi superstiziose, o darsi delle rassicurazioni, ecc… tutto ciò fa si che i livelli di disagio si abbassino momentaneamente. Le compulsioni non riducono il disagio a lungo termine, ma solo a breve termine, tali ossessioni dunque possono aumentare o ripresentarsi in maniera incessante. La persona si trova a vivere nel corso del tempo una conseguenza poco piacevole la quale comporta una riduzione della propria vita sociale e/o lavorativa. Cosa fare, dunque, in questi casi? È bene prima di tutto, rivolgersi ad un terapeuta, le linee guida internazionali per il trattamento di tale disturbo indicano una terapia cognitivo – comportamentale, e una farmacologica con inibitori della ricaptazione della serotonina (SRI). Durante il trattamento è bene insegnare al paziente anche delle tecniche di mindfulness, dal momento che il circolo del DOC è guidato da piloti automatici, e il paziente non è più consapevole nel riconoscere tale circolo, oltre a lavorare sugli errori di ragionamento e sull’esposizione e prevenzione dei rituali.